Little Amp
Perché
“little”: perché 50W per un amplificatore per basso,
a stato solido, fanno un “piccolo amplificatore” da studio.
Quando ho presentato il Tutor
ho concluso l'articolo dicendo che con una alimentazione duale si
sarebbe potuto sfruttare meglio le caratteristiche dello schema di
base, e al posto del TDA2003 si sarebbe potuto usare un amplificatore
finale integrato più potente senza modificare la filosofia (che
parola importante per un piccolo oggetto!) di progetto
dell'amplificatore da studio.
Ebbene, eccolo qui.

Nel
frattempo il Tutor stesso ha subito una evoluzione: avevo sviluppato un
circuito stampato perché ne ho prodotti un numero limitato di
esemplari per alcuni amici, e ne avevo approfittato per aggiungere una
DI; in realtà la DI dell'Amplificatore a
Valvole (notare la “V” maiuscola) da 75 W è nata con
l'evoluzione del Tutor.
L'amplificatore finale è un semplice Kit con LM3886, che può produrre
50 W su 8 ohm.
Ho acquistato il kit (si trova in rete, presso Futura Elettronica, per
circa 22 €) perché l'ho già utilizzato con buoni
risultati in altra occasione, si monta in mezz'ora ed il risultato
è garantito.
Qualsiasi altro kit di potenza adeguata va bene.
Avendo a disposizione una alimentazione duale 36 + 36 V, ricavarne 15 +
15 V è stato un gioco, bastano due resistenze da 560 ohm 1W, due
zener da 15 V 1W e due elettrolitici da 1000 uF, 25 V.
Con l'alimentazione duale lo schema ha subito qualche semplice
miglioramento, nello stadio di ingresso, e una semplificazione: ho
abolito l'ingresso aux, che non ho mai utilizzato, quindi ho di
conseguenza abolito il mixer ed il secondo stadio è ora in
configurazione non invertente.
Lo schema
Vediamo in dettaglio lo schema:

Ho
conservato i source follower a FET, in quanto contribuiscono al suono
dell'amplificatore, essendo polarizzati con corrente bassa, inferiore
ad 1 mA, ma la resistenza di source ora è collegata ai -15V, e
questo assicura una migliore accettazione.
Nel nuovo schema il primo 5532 regola il guadagno mediante il
potenziometro da 50k inserito nella rete di controreazione, e porta il
segnale al livello adeguato ai controllo di tono e all'Effect Loop;
l'impedenza di uscita del 5532 è bassa ed in grado di pilotare
qualsiasi dispositivo.
Il controllo di Gain non è un controllo di volume, infatti anche al
minimo il livello di uscita non va mai a zero.
Serve ad avere all'ingresso dei controlli di tono, dell'FX Loop e della
DI un livello adeguato ed uniforme qualunque tipo di pick up si abbia:
single coil, humbucker, attivo, passivo, quindi il guadagno dello
stadio varia da 1 a 6.
Il controllo di tono è un classico Marshall, i valori sono stati
modificati rispetto a quelli del Tutor, ed il tutto offre un carico
più facile all'ingresso Return.
L'Effect Loop è un semplice seriale, ho deciso, per
semplicità, di lasciare eventuali blend al dispositivo esterno
(anche perché non sono un amante degli effetti
“strani” e ho implementato l'Effect Loop solo perché
un amplificatore per basso (o chitarra) senza FX Loop sembra
“orfano”).
L'uscita (“Send”) è a tutti gli effetti equivalente
alla DI “pre” controlli, ma sbilanciata; l'impedenza di
uscita è bassissima e può pilotare qualsiasi dispositivo,
anche una scheda audio o un ingresso linea con impedenza di ingresso 1
kohm; l'inserimento del jack non interrompe il segnale.
L' ingresso Return è utilizzabile anche semplicemente come
ingresso ad alto livello, l'inserimento del jack isola il primo stadio.
Sul secondo stadio (FET + 5532) non c'è veramente nulla da dire,
tanto è banale: il FET per non caricare i controlli di tono (i
controlli di tono tipo Fender e Marshall sono molto sensibili
all'impedenza di carico dello stadio successivo) e il 5532 per il
guadagno.
Ho aggiunto l'uscita per il Tuner, che prende il segnale direttamente
al source del primo FET, perché è indubbiamente comodo
avere il Tuner in linea in ogni momento.
L' ic è un TL082, con ingresso a FET e quindi impedenza
d'ingresso altissima, per non perturbare il funzionamento dello stadio
principale.
Il secondo operazionale del TL082 è usato (qui non si spreca nulla) per
aumentare il livello del segnale che va alla DI.
Mediante il commutatore “pre – post” il segnale per
la DI può essere prelevato prima dei controlli di tono e dell'FX
Loop, oppure all'uscita del pre: si può quindi scegliere se
mandare il segnale come esce dallo strumento, oppure dopo tutte le
elaborazioni possibili.
Il livello che va alla DI è regolabile, per adeguarsi alle
necessità del sistema a valle, che sia un mixer o una scheda
audio.
La DI è un circuito sufficientemente buono per un uso normale;
una DI seria, con uscita a trasformatore, sarebbe assolutamente fuori
luogo in un amplificatore di questa classe, in quanto un trasformatore
professionale costa più di tutti i componenti elettronici di
tutto l'amplificatore.
Sto sperimentando trasformatori audio di costo non stratosferico e
caratteristiche molto più che dignitose, quando avrò
concluso le prove pubblicherò i risultati.
L'alimentatore è assolutamente standard: un trasformatore con
secondario 24+24V, 2A, un ponte, due elettrolitici da 4700uF.
4700uF è una capacità più che sufficiente, di
più non serve, creerebbe solo inutile stress al fusibile di
ingresso; trattandosi di un amplificatore per basso probabilmente
2200uF sarebbero stati appena sufficienti, così la
“botta” sul MI basso ha tutto l'impatto che serve.
Per l'alimentazione del pre ho ritenuto inutile la stabilizzazione,
1000uF sulla basetta principale più 470uF sulla basetta del pre
sono veramente anche troppo, visto l'assorbimento irrisorio.
La
costruzione
Ho utilizzato un contenitore standard HiFi2000, della serie economica.
Come si vede dall'immagine il componente più ingombrante, che ha
dettato le dimensioni del contenitore, è il trasformatore di
alimentazione.

Un
toroidale avrebbe permesso probabilmente di contenere l'altezza in 55
mm, con qualche problema nella disposizione dei comandi e delle prese
jack e XLR sul pannello frontale.

Ho
portato tutti i connettori (tranne lo speak on dell'uscita
altoparlante, che resta dietro), nel pannello anteriore, decisamente
più comodo da utilizzare anche se esteticamente meno valido;
così posso collegare l'amplificatore al mixer o alla scheda
audio senza maneggiare spinotti alla cieca o muovere l'amplificatore
dal suo alloggiamento.
L'amplificatore è montato su circuito stampato: ho utilizzato
l'ultimo esemplare di stampato che mi rimaneva della prima versione del
Tutor.
Come si vede dalle foto le modifiche e le aggiunte apportate comportano
un uso smodato di ponticelli e collegamenti che non erano stati
previsti in origine, ed anche l'interruzione di parecchie tracce, anche
se il circuito stampato era stato progettato per poter usare, spostando
solo tre ponticelli, l'alimentazione duale.
Il circuito con il TL082 dell'accordatore e dello stadio di guadagno
della DI non era previsto in origine, quindi è montato su un
piccolo pezzo di basetta millefori, saldata direttamente sui piedini
del potenziometro del livello della DI .

Dato
che lo stampato (da cui ho, per finire, eliminato – cioè
segato via – la parte relativa al TDA2003) non corrisponde
più al circuito realizzato, preferisco non fornire il layout del
PCB, farebbe solo confusione.
D'altra parte il Tutor era montato tutto su una millefori e funzionava
benissimo.
La maggior parte dei collegamenti fra basette e connettori è
effettuata con spinotti e non con saldature, in modo da poter
intervenire facilmente qualora fosse necessario.

Il
finale è montato sul dissipatore, che deve essere di dimensioni
generose; fra il LM3886 ed il dissipatore è interposto un blocco
di alluminio spesso 5mm per evitare il contatto fra il dissipatore
stesso e la basetta del kit, con pasta termica in abbondanza su
entrambi i lati del blocco.
Il kit di Futura Elettronica include un piccolo dissipatore, ma nelle
istruzioni di montaggio è scritto chiaramente che è
utilizzabile al massimo per una potenza di uscita di 20W.
Il LM3886 del kit è della serie con case isolato, quindi non
serve la piastrina isolante ma bisogna abbondare con la pasta termica.
I collegamenti di massa sono a stella, sulla basetta
dell'alimentazione, i collegamenti dell'alimentazione al finale sono
fatti con cavo da 1,5 mm2 e connettori Fast-on sulla scheda di
alimentazione, i collegamenti dell'alimentazione al pre sono fatti con
cavetto da 0,5 mm2 e spinotti da 1 mm2 sulla scheda di alimentazione.
Non serve dire (ma lo dico ugualmente per tranquillizzare la coscienza)
che lo chassis metallico è saldamente collegato alla terra con
un cavetto da 1,5 mm2.
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