Cassa 10" tre vie
Cassa a torre, tre vie, chiusa
Dopo
alcune realizzazioni a due vie, per altro soddisfacenti, mi è chiaro
che due vie, stanti le caratteristiche degli altoparlanti reali, sono
sempre un compromesso.
Un
midwoofer 6”, che ha una ottima resa sui medi e mediobassi e si
incrocia bene con qualsiasi tweeter, ha ovvi e insuperabili limiti
sulla gamma bassa: arriva dove arriva e comunque manca della pienezza
del suono delle prime ottave del pianoforte, per non parlare
dell'organo ma anche di una completa sezione di contrabbassi di una
qualsiasi grande orchestra.
In questo caso non conta solo l'estensione, già limitata di suo,
ma anche la capacità di muovere un sufficiente volume di aria.
Con
un woofer 8” per altro è già difficile realizzare un incrocio
soddisfacente con un tweeter: si deve incrociare non troppo in alto
perché il woofer comincia a cedere, né troppo in basso perché allora è
il tweeter che va in crisi.
Un
due vie, nella mia esperienza, è una soluzione solo quando c'è poco
spazio e si deve per necessità posizionare le casse su uno scaffale o
su un tavolo: in altre parole quando si deve far di necessità virtù.
Personalmente,
ma è ovviamente una questione di opinione personale, non trovo molto
senso nel posizionare una minicassa (formato più o meno scatola da
scarpe, anche delle mie scarpe) su un piedistallo alto un metro per
portarla all'altezza delle orecchie e ad mezzo metro dalla parete
posteriore, piedistallo che per essere meccanicamente stabile deve
avere una base molto più ampia della base della cassa.
Lo spazio totale occupato è grosso modo quello di un monitor Tannoy,
solo che la resa è francamente poco eccitante (so bene che la maggior
parte dei monitor Tannoy sono coassiali quindi due vie, ma con un
carico a tromba le caratteristiche della gamma alta cambiano
sostanzialmente, e comunque Tannoy suggerisce l'associazione con un
eccellente supertweeter per completare in alto ciò che si è sacrificato
per privilegiare in basso).
Tre vie: un progetto decisamente più complesso di un due vie, a partire dalle scelte di fondo.
A parte la tipologia: se decido di realizzare un tre vie è perché
ho deciso di non pormi problemi di spazio, quindi la scelta cade sulla
cassa chiusa che ha una risposta comunque più controllata di qualsiasi
reflex, anche QB3.
In un tre vie la scelta fondamentale è sulle frequenze di incrocio: se
in un due vie la frequenza è sostanzialmente “suggerita” dal woofer e
dal tweeter scelti, e quindi non ci sono tanti gradi di libertà, nel
caso di tre vie le soluzioni possono essere diverse, come mostra la
varietà di soluzioni proposte dai costruttori più blasonati.
Diversi costruttori ci propongono soluzioni sostanzialmente diverse,
JBL ad esempio propone un 3 vie con mid e tweeter a tromba
e frequenze di incrocio 800 Hz e 7000 Hz, mentre KEF e Sonus
Faber seguono la filosofia opposta, la prima con ad es. Blade 2 e la
seconda con Chameleon T (ma in genere la maggior parte dei modelli) con
incroci a 250 – 300 Hz e 2500 Hz.
La scelta delle frequenze di incrocio risponde a requisiti molto diversi.
Stante
la distribuzione energetica nella musica “normale” un incrocio “alto”
significa privilegiare la tenuta in potenza, affidare ad un woofer
solido (vedere su Audio Review n. 360 il woofer JBL) la gamma in cui si
concentra la maggior parte dell'energia, come nella vocazione della
casa.
Un incrocio “basso” significa che al midrange è affidata la parte più carica di “significato” della musica.
La gamma vocale umana, ad esempio, e la gamma degli strumenti melodici,
che in tal modo viene affidata ad un unico diaframma evitando le
discontinuità, la diversità di direzionalità e le rotazioni di fase
inevitabili ad ogni incrocio.
In questo caso le caratteristiche del midrange devono essere
sostanzialmente diverse: deve avere una escursione notevole per poter
scendere in basso senza apprezzabili aumenti di distorsione e deve
essere robusto per sopportare una potenza non trascurabile.
Ciò comporta una massa maggiore e quindi una limitazione della gamma alta.
Per
muovere un volume di aria accettabile e confrontabile con quella del
woofer alla frequenza di incrocio deve essere necessariamente a cono e
di diametro significativo, infatti vediamo nei due esempi KEF e Sonus
Faber (sempre Audio Review, n. 365 e 366) mid da 5” e 4,5”, in altri
esempi altrettanto blasonati anche 6” (Mission SX4).
Con questa scelta tecnica il trasduttore più critico è il midrange, e il crossover è nettamente più complesso che in un due vie.
Criteri di progetto
Le frequenze di incrocio saranno 350 e 2750 Hz, per lasciare al midrange tutta la gamma vocale.
Gli altoparlanti
Io non ho problemi di potenza, ascolto la mia musica in un ambiente non
enorme e quindi continuo a essere soddisfatto dei miei 6 + 6 W, che
però sono forniti da un amplificatore ovviamente valvolare ed
ovviamente in Classe A e ovviamente senza controreazione globale
(“ovviamente” vale per me, come è chiaro dagli altri articoli
pubblicati in questo sito).
E altrettanto ovviamente il diffusore è progettato in funzione di
quell'amplificatore, che essendo in Classe A senza controreazione
globale ha una impedenza di uscita piuttosto alta, circa 3,5 ohm, se
confrontata con quella di qualsiasi sistema a stato solido.
Come ho già detto, la cassa sarà una cassa chiusa.
La cassa chiusa è meno sensibile di un reflex all'impedenza di uscita
dell'amplificatore, ma è comunque sensibile, basta fare qualsiasi
simulazione e se non ci si fida della simulazione basta ascoltare (che
è sempre la prova definitiva in quanto i diffusori e gli amplificatori
si usano per ascoltare MUSICA e non misurare segnali artificiali).
Il woofer è un 10” adatto all'accordo in cassa chiusa: significa che il Qt deve essere non troppo basso e la fc bassa.
Ma l'impedenza di uscita dell'amplificatore causa un innalzamento
sostanzioso di Qt, quindi in realtà in questo caso un woofer adatto al
funzionamento in reflex è più indicato.

Un ottimo componente è quindi il Ciare HW251N, che alla simulazione si
comporta esattamente come deve.
Il suo Qt pari a 0,36 dopo aver impostato una Ra + Rg pari a 3,5
Ohm diventa 0,53; con l'altoparlante montato in una cassa di
circa 90 litri moderatamente riempita di assorbente il sistema ha un Qt
attorno a 0,66, che verrà poi aggiustato variando la quantità di lana
acrilica.
Il midrange ha un compito gravoso, come già spiegato, nella gamma Ciare
non ho trovato un componente adatto, con una adeguata escursione e in
grado contemporaneamente di salire in frequenza.
Deve essere a cono, non a cupola per poter scendere in basso. Dopo
varie ricerche sono approdato al Monacor SPH-135-KEP, un promettente
mid con cono in kevlar e ogiva rifasatrice, che promette un'ottima
curva di risposta.

Sarà chiuso in un volume di circa 12 litri ben coibentato con assorbente.
Acquistata una coppia e sottoposta a misure, ha dimostrato di mantenere
perfettamente le promesse e anche una sorprendente analogia nei
parametri dei due esemplari.
La risonanza nel suo box è a 75 Hz.
Per il tweeter non ho dubbi, squadra che vince non si cambia e quindi
Ciare HT263, cupola morbida in seta da 1”, già sperimentato con
notevole soddisfazione in altre casse; inoltre in questo caso sarà
ancor meno sollecitato in basso.

Il crossover
La progettazione prima e la messa a punto poi del crossover è la parte più impegnativa della realizzazione.
La falegnameria necessaria alla costruzione fisica della cassa è faticosa e lunga, ma non concettualmente complessa.
In un crossover, una volta decise le frequenze di incrocio, si deve decidere la pendenza dei rami del filtro.
La pendenza deve essere acustica, non puramente elettrica, in quanto la
pendenza naturale della risposta dell'altoparlante si combina con la
pendenza elettrica delle reti.
È
noto che i modelli matematici degli altoparlanti portano ad assimilarli
ad un filtro passa alto seguito ad un filtro passa basso.
La
modellazione è stata effettuata con strumenti diversi, partendo dal
classico CROSS-PC ed effettuando poi alcune rettifiche dovute alla
presenza delle celle LC serie in parallelo sia al mid che al tweeter.
Le
celle sono LC pure (trascurando la resistenza intrinseca degli
induttori) e non hanno la funzione di linearizzare l'impedenza degli
altoparlanti alla risonanza ma di costituire un cortocircuito elettrico
alla frequenza di risonanza.
Il cortocircuito elettrico ha la funzione di bloccare le vibrazioni del
cono alla risonanza indotte dalle vibrazioni meccaniche/acustiche
causate dal woofer (per il midrange) e dal midrange (e dal woofer in
misura minore) per il tweeter, vibrazioni spurie che “sporcherebbero”
il suono.
Il
sistema, che non è di mia invenzione, sia chiaro, funziona, l'ho
sperimentato sul tweeter, ho quindi deciso di adottarlo anche per il
mid.
Le
due celle sono state calibrate sulle frequenze di risonanza misurate
sugli altoparlanti, per il mid ovviamente misurando la risonanza
dell'altoparlante montato nel suo alloggiamento nella configurazione
finale, con l'assorbente acustico.
La cella però cambia sostanziosamente la curva di impedenza
dell'altoparlante alla risonanza (vedi il filtro crossover del due vie
8”), quindi nella gamma su cui opera la sezione passa alto del
crossover, rendendo inutilizzabili i simulatori.
I due passa alto sono stati quindi ricalcolati manualmente per ottenere il risultato voluto: frequenza di taglio e pendenza.
Il tutto seguito da lunghe misure prima e ascolti dopo per trovare i valori ottimali dei componenti, nell'ambiente di ascolto.
Nell'immagine
del filtro, scattata prima del fissaggio definitivo dei componenti con
la colla termica, si vedono piccoli condensatori in parallelo ai più
grossi e alcuni induttori coperti di nastro, che serve a fissare le
spire aggiunte per raggiungere l'induttanza necessaria.
Gli induttori di grande induttanza sono su nucleo, realizzati con cavo
di grosso spessore (1,8mm) per ridurre la resistenza totale.
I condensatori utilizzati sono elettrolitici bipolari dove è richiesta
una capacità elevata e, se operano sopra i 500 Hz, hanno in parallelo
condensatori MKT da 1 o 2,2 uF.
Il passa alto del Tweeter usa un MKT.
Veniamo alle sezioni del filtro.

I
valori come si vede sono ben diversi da quelli che risulterebbero
dall'applicazione delle formule canoniche che considerano il carico una
resistenza pura, formule che si trovano in rete in parecchi siti e non
servono ad alcunché perché gli altoparlanti reali non sono resistori.
Il passa basso del woofer è del II Ordine, con una resistenza da 0,5 ohm in serie al condensatore per aggiustare lo smorzamento.
Il filtro passa banda del mid è composto da un passa basso del III
ordine elettrico calcolato tenendo conto dell'andamento dell'impedenza
del mid (misurata) alla frequenza di transizione e poi modificata con
misure e ascolto, e un passa basso costituito da un solo condensatore
in serie che, in unione alla cella LC produce alla fine qualche cosa di
simile ad una doppia pendenza, con transizione “morbida” dal I al II
ordine a partire dalla frequenza di transizione.
Il
passa alto del tweeter ha una struttura simile, è di base un II ordine
con pendenza modificata dalla cella LC, la rete di attenuazione riduce
però l'effetto.
La realizzazione
Ho usato multistrato di pioppo da 20 mm, la forma è classicamente a
torre alta 120 cm, la presenza del comparto del mid e tweeter nella
parte anteriore e dell'alloggiamento del crossover nella parte
posteriore creano nella parte alta una cavità di forma irregolare che
dovrebbe contribuire un po' a limitare le onde stazionarie.
Poco sotto il woofer è posizionata una centina con rinforzo trasversale
e ancora più sotto una crociera che unisce la parete posteriore
all'anteriore e le due laterali; questi due “rinforzi” servono ad
irrobustire la struttura e limitare le vibrazioni dei pannelli,
soprattutto laterali, che sono piuttosto grandi.

La struttura interna è delineata sopra, non fornisco quote in
quanto le casse sono state progettate per inserirsi in un ambiente ben
preciso, altre realizzazioni dovranno essere studiate a cura del
progettista.
Il fissaggio degli altoparlanti è come sempre effettuato con bussole
filettate, in modo da poter smontare gli altoparlanti e assicurare una
buona presa sul legno; il multistrato di pioppo non è un legno
particolarmente resistente alle viti.
L'alloggiamento del midrange ha svasature in corrispondenza delle
aperture del cestello per ridurre le interferenze con
l'emissione posteriore.
Allo scopo di minimizzare l'effetto delle diffrazioni causate dai bordi del pannello anteriore il Midrange e il
Tweeter sono decentrati rispetto alla mezzeria del pannello,
la posizione è grossomodo corrispondente alla sezione aurea della
larghezza, e il Tweeter è posto fra il Midrange e il Woofer, cosicché
le distanze della cupola dai tre bordi sono diverse fra loro.
Il contenitore del midrange è riempito completamente di lana acrilica
appena pressata, il volume del Woofer è riempito di lana acrilica
pressata solo in alto (nella parte a profilo trapezoidale) e sul fondo,
mentre lo spazio dietro al woofer è riempito non totalmente.
La quantità finale di assorbente per il woofer è stata determinata in
base all'ascolto, in quanto la posizione delle casse è obbligata.
La verniciatura consiste in 6 mani di vetrificante per pavimenti con carteggiatura fra una mano e l'altra.
La smussatura degli spigoli ha solo una funzione estetica, per avere
effetto sulle diffrazioni dovrebbe avere un raggio di 25 mm almeno.
Prestazioni
Il
suono, dopo un discreto rodaggio, è soddisfacente, dettagliato e
corposo come deve in gamma bassa e con una buona gamma media, che è
l'obiettivo del tre vie.
La
risposta al rumore rosa, a terzi di ottava, è misurata nell'ambiente di
ascolto, con il microfono posto nella posizione di ascolto normale
all'altezza della mia testa, ed è sufficientemente lineare, tendente al
brillante.

|