Bookshelf 2 vie 8”
Questo
progetto nasce dalla necessità di sostituire due casse in un impianto
domestico, per raggiunti limiti di età: circa 25 anni, il Tweeter ha
perso brillantezza, o forse io sono diventato più esigente (o più
sordo, vista l'età?), forse la gomma delle sospensioni dei woofer ha
perso elasticità, insomma per dirla tutta, volevo qualche cosa di
nuovo.
Le casse da sostituire erano state
scelte in base alle dimensioni dell'ambiente originale (il solito
fattore waf)
e avevano ciascuna due woofer da 13 cm, di cui uno montato sul fondo:
le casse erano dotate di piedini e la superficie inferiore contro il
ripiano di appoggio contribuiva a creare un prolungamento del condotto
di accordo.
Comunque con due woofer così piccoli non c'era una soddisfacente
estensione verso il basso e la risposta, probabilmente per ovviare alla
scarsa estensione, non era sufficientemente smorzata, ovviamente
secondo i miei gusti.
L'ambiente attuale è molto più grande, ma la sistemazione obbligata è
comunque a scaffale, le casse sono inserite in un mobile a ripiani che
non si può modificare, né io d'altra parte intendo sconvolgere
l'arredamento della sala per inserire dei mastodonti o delle casse
piccole che però debbono stare su un piedistallo a un metro dalla
parete posteriore e uno e mezzo da quelle laterali (occupando così
molto più spazio di una coppia di monitor Tannoy).
Anche le dimensioni sono dettate dallo spazio disponibile fra i ripiani
e ciò mi ha posto alcuni vincoli sulla forma delle casse, che
effettivamente sono un po' “strane”.
Criteri di progetto
L'amplificazione è a stato solido, il valvolare è riservato al mio
studio, e quindi l'accordo sarà progettato in funzione di una impedenza
di uscita trascurabile, dovrò solo tener conto della resistenza in cc
dell'induttore del filtro passa basso.
Lo spazio mi obbliga a un due vie, l'idea di un tre vie con gli
altoparlanti disposti a caso sul pannello frontale per risparmiare
altezza non mi garbava per nulla, e un due vie mi obbliga ad un woofer
da 20 cm, non più, e so già a priori che l'incrocio con il tweeter sarà
difficile da mettere a punto.
Devo quindi trovare un 20 cm che mi permetta una estensione verso il
basso accettabile (vorrei ascoltare anche il pedale dell'organo) in un
volume non eccessivo, l'accordo reflex in questo caso è obbligatorio,
ma dopo varie esperienze non solo HiFi deve essere un QB3.
Spendo quindi un po' di tempo a simulare con BASS-PC vari altoparlanti
dal catalogo Ciare, alla fine il più adatto risulta essere il Woofer
HW203, in Fig. 1; ha il diaframma in polipropilene, preferirei in carta
ma decido di provare comunque.

Fig. 1: specifiche tecniche del woofer
(dal catalogo Ciare)
Per il tweeter non ho dubbi, il
classico HT263, che conosco bene e mi piace moltissimo, in Fig. 2.

Fig. 2: specifiche tecniche del tweeter
(dal catalogo Ciare)
Le
simulazioni del reflex
L'HW203 ha un Qt un po' alto per un QB3N4 e ciò mi dice a priori che
dovrò adottare un induttore per il filtro passa basso con resistenza la
più bassa possibile: in pratica sapendo a priori, prima di qualsiasi
calcolo, che l'induttanza dovrà essere attorno a 1 – 1,3 mH utilizzerò
un induttore su nucleo da 3 mH e toglierò tutte le spire che servono
per portarlo al valore voluto.
Simulo quindi con 0,2 ohm: la prima simulazione, in Fig. 3, fornisce un
volume che mi risulta accettabile ma una risposta che non è proprio
l'ottimale, in Fig. 4: una “piega” un po' troppo brusca verso il basso,
pendenza elevata e sovraelongazione sul ginocchio; la sovraelongazione
è circa 1 dB, niente di che, ma preferisco pendenze più dolci.

Fig. 3: la prima
simulazione con BASS-PC

Fig. 4: la curva di risposta della prima simulazione
Decido
di lasciare il volume invariato e di abbassare la frequenza di accordo
a 35 Hz: il risultato è accettabile, in Fig. 5 la simulazione, in Fig.
6 la risposta stimata; un ulteriore abbassamento non porta
vantaggi alla curva ma abbassa la tenuta in potenza, decido per i 35 Hz.

Fig. 5: la seconda
simulazione con BASS-PC

Fig. 6: la curva di
risposta della seconda simulazione
In
realtà la tenuta in potenza non sarebbe un problema, nonostante le
dimensioni dell'ambiente i miei 20 W sono più che sufficienti, non
ascolto mai musica a volumi elevati, però non avrebbe senso rinunciare
ad una migliore tenuta in cambio di niente.
In Fig. 7 la curva di impedenza
calcolata.

Fig. 7: la curva di
impedenza
Risulta una cassa da 40 dm3 accordata a
35 Hz con un condotto di superficie equivalente ad un tubo di 68 mm e
lungo 160 mm.
Nonostante la bassa potenza che applicherò alle casse decido anche di
ridurre quanto più possibile le turbolenze del condotto di accordo, che
quindi avrà i bordi sia esterni che interni rastremati e
sull'imboccatura interna una flangia ampia circa 4 cm su ogni lato.
La posizione delle casse è vincolata allo scaffale, la posizione di
ascolto è a circa 3 m dalle casse che sono a circa 3 m l'una dall'altra.
Le casse non si possono ruotare quindi i pannelli che supportano gli
altoparlanti devono essere inclinati verso la posizione di ascolto.
Il risultato finale è quello della Fig. 8.

Fig.
8: la cassa finita
La
costruzione
Questa volta opto per multistrato da 20 mm.
Il taglio normale è fatto dal rivenditore, il taglio obliquo lo farò io.

Fig.
9: la cassa in costruzione.

Fig.
10: un dettaglio dei condotti di accordo.

Fig. 11: il condotto di accordo finito.

Fig.
12: la cassa prima della chiusura con il pannello superiore.
I bordi laterali dei pannelli anteriore, obliquo e laterale sono stati
smussati per avere l'angolazione che permettesse l'incollaggio su una
superficie sufficiente, le giunture interne sono comunque irrobustite
con una pasta di segatura e colla vinilica.
Il pannello posteriore che è molto ampio è irrigidito da un listello
incollato in posizione decentrata in modo che le risonanze proprie dei
due pannelli risultanti siano situati a frequenze più alte e quindi di
minore ampiezza e più facilmente smorzabili e soprattutto diverse.
Sul pannello posteriore è praticata l'apertura per i morsetti di
ingresso, che sono avvitati con una guarnizione su un pannellino spesso
8 mm, più che sufficienti date le dimensioni ridotte del pannellino,
incollato all'apertura dall'interno.
Il
Crossover
L'incrocio di un tweeter con un woofer da 8” non è una cosa semplice,
la frequenza di incrocio non può superare i 2 – 2,2 kHz in quanto il
woofer a quella frequenza comincia ad avere problemi di dispersione,
mentre questa frequenza è vicina alla risonanza del tweeter quindi il
calcolo del crossover è complicato dal picco di impedenza alla
risonanza.
Nonostante i pannelli su cui sono montati gli altoparlanti siano
inclinati verso il punto di ascolto proprio per ovviare alla
direzionalità del woofer nella parte alta della sua gamma, in realtà il
problema in certa misura rimane, in quanto in un ambiente normale, cioè
non in camera anecoica, il suono riflesso contribuisce in misura molto
significativa al suono percepito dall'ascoltatore.
Direzionalità significa in sostanza che l'energia emessa diminuisce e
il crossover dovrà ovviare a questa diminuzione, con una risposta
maggiore nell'area di maggior direzionalità.
In altre parole per avere in ambiente riverberante una risposta
uniforme la risposta in asse dovrà avere un certo grado di esaltazione;
di quanto è difficilmente calcolabile a priori, in questi casi le
“sacre formule” possono dare solo una indicazione preliminare dei
valori, che poi debbono essere tarati con sessioni di misura e ascolto.
È chiaro, almeno a me sembra chiaro, che ottenere una cassa tarata per
“qualsiasi” ambiente di ascolto è difficile, chi produce casse deve
necessariamente sviluppare un progetto basato su considerazioni
statistiche.
È anche vero che trattati teorici basati sullo studio degli ambienti di
ascolto normali esistono, sull'AES Journal si trovano analisi delle
prestazioni acustiche di ambienti domestici diversi, classificati per
dimensioni e forma.
Quello che è certo è che le prestazioni teoriche e le misure in camera
anecoica servono al progettista, non a capire se una cassa suona in
modo equilibrato.
I criteri iniziali sono: frequenza di transizione 2,2
kHz, passa basso con pendenza elettrica di 12 dB/ottava, passa
alto con pendenza elettrica 18 dB/ottava.
Il woofer ha una curva di risposta in asse sostanzialmente lineare,
fenomeni di break-up a parte, fino a circa 5 kHz, quindi la pendenza
acustica complessiva dovrebbe essere di 12 dB/ottava fino a quella
frequenza, per poi aumentare.
Non metto alcuna rete di compensazione dell'impedenza del woofer,
quindi in realtà la pendenza sarà minore, questo dovrebbe anche
contribuire a produrre un lieve aumento dell'emissione nella gamma alta
del woofer stesso, per ovviare alla minore dispersione.
In parallelo al tweeter metto una cella LC serie accordata alla
frequenza di risonanza del tweeter.
Questa cella, se abbatte la risonanza meccanica dell'equipaggio mobile
eccitata dalle vibrazioni indotte dal woofer, abbatte anche l'impedenza
del gruppo tweeter-cella LC e quindi influenza pesantemente la risposta
del filtro passa alto.
In Fig. 13 si vede l'andamento delle
impedenze:
la curva rossa (quasi una retta) è l'impedenza di riferimento: un
resistore da 8,2 ohm
la curva magenta è l'impedenza del tweeter
la curva verde è l'impedenza della cella LC serie
la curva blu è l'impedenza del tweeter con la cella LC in parallelo

Fig.
13: curve di impedenza del tweeter con e senza cella LC
Come si vede il picco alla risonanza si è trasformato in un
avvallamento profondo, che aumenterebbe sostanziosamente la pendenza
acustica del sistema filtro + tweeter, modificandone anche la frequenza
di transizione.
La messa a punto del filtro dovrà portare alla frequenza di transizione
di progetto, con una pendenza acustica non superiore ai 18
dB/ottava e una impedenza totale del crossover che non scenda sotto i 6
ohm.
La realizzazione del crossover secondo i calcoli teorici, anche tenendo
conto dell'impedenza effettiva degli altoparlanti nella zona di
incrocio (il tweeter con la cella LC), dava come risultato un suono
assolutamente privo di presenza, decisamente povero in gamma media
anche se la risposta in ambiente in asse con rumore rosa, pesata in
funzione del rumore rosa, sembra quasi lineare, in Fig.14.

Fig.
14: risposta in ambiente misurata con rumore rosa (prima versione del
crossover)
Il
microfono non è molto attendibile oltre i 10 kHz, e non ho applicato il
file di correzione, ma non mi interessava molto la risposta in gamma
altissima, e il trascurabile avvallamento attorno ai 2 kHz non rende
l'idea della scarsa presenza che la cassa mostrava all'ascolto con vari
generi musicali.
La messa a punto preliminare del crossover è stata effettuata con il
crossover fuori dalla cassa; sapevo che avrei dovuto portare
sostanziose modifiche ai valori teorici per ottenere un risultato
accettabile.
Ma anche dopo aver trovato una configurazione che sembrava adeguata e
aver chiuso il crossover nella cassa, ho impiegato parecchio tempo e
tre diversi interventi sul crossover sono stati necessari per trovare
alla fine il suono che cercavo.
Evidentemente le prove e le modifiche che ogni volta realizzavo
portavano un miglioramento che me le rendevano solo più soddisfacenti
del suono immediatamente prima della modifica, con il quale effettuavo
il confronto.
Ma nei giorni successivi, esaurito l'effetto anche psicologico della
modifica, mi rendevo conto che il lavoro di messa a punto non era
finito.
Per arrivare al risultato che considero definitivo (almeno per il
momento...) devo ammettere che ho impiegato parecchie settimane.
Lo schema finale del crossover è in Fig. 15: topologicamente sembra un
passa basso del secondo ordine e un passa alto del terzo, ma i valori
sono molto lontani da quelli che dovrebbero essere, in realtà il passa
alto è quasi un secondo ordine elettrico, si arriva al terzo ordine
acustico grazie al “buco” nell'impedenza del tweeter alla risonanza
causato dalla cella LC serie.

Fig. 15: crossover, lo
schema
In
Fig. 16 il crossover, realizzato su basetta millefori; è stato fissato
al pannello posteriore con quattro viti agli angoli, uno strato di
materiale smorzante sotto, fra la basetta e il legno, e tutti i
componenti sono stati fissati meccanicamente con colla a caldo.
La versione della fotografia non è quella definitiva, che ha componenti
di valore più o meno diverso e una quantità “industriale” di colla
termica per impedire qualsiasi vibrazione.

Fig. 16: crossover, la
realizzazione
In
Fig. 17 l'impedenza globale misurata: l'impedenza non scende mai sotto
i 7 ohm e nella zona di crossover è regolare senza pendenze eccessive;
al di sopra di 200 Hz, zona del minimo di impedenza, la fase è sempre
inferiore (in valore assoluto) a 30°.
I due picchi attorno alla frequenza di accordo coincidono bene con la
simulazione, ciò significa che l'accordo corrisponde al progetto.

Fig. 17: la curva di
impedenza
L'assorbente
acustico
Nonostante in genere io sia molto parco di assorbente acustico nelle
casse reflex, in questo caso dopo qualche ascolto ho deciso di
applicare assorbente acustico in misura maggiore del solito, per
smorzare le onde stazionarie ( si vede ancora un accenno poco sotto i
1000 Hz) e aumentare lo smorzamento globale.
L'assorbente acustico, poliuretano a pori aperti di spessore 4 cm, è su
tutte le pareti tranne quella del condotto e degli altoparlanti, ed è
comunque lontano dall'imboccatura interna del condotto di accordo.
Conclusioni
Ogni scarrafone è bello a mamma sua...
Il
suono in ambiente è equilibrato, e posso ascoltare l'Arte della Fuga
all'organo senza perdere il pedale, o il contrabbasso di Paul Chambers
senza avvertire alcuna coda fastidiosa.
La gamma bassa è ben presente, la
collocazione tende ad esaltarla, ma nitida.
La gamma media, per quanto dopo l'ultima messa a punto sia ben
presente, è un po' “morbida” (l'uso di termini come questo per
descrivere le prestazioni di un altoparlante mi lascia sempre un po'
perplesso, ma non so che altro termine usare) presumo a causa del
diaframma in polipropilene.
Non userei questo woofer per un monitor da studio, ma per un ascolto
domestico lo trovo più che soddisfacente.
La gamma acuta, merito del tweeter,
impeccabile.
È
però probabile che in un ambiente diverso, più piccolo (la mia sala è
46 m2) o con pareti diversamente assorbenti, o solo con una
collocazione diversa, il crossover debba essere riprogettato.
E per finire mia moglie ha pure detto
che stanno bene nell'ambiente........
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