12" in cassa chiusa per
Basso
Questa cassa è
stata progettata per accoppiarsi con l'amplificatore da 75 W.

Questa cassa è stata progettata per l'amplificatore
B100:
alla
fine del post concludevo dicendo che per questo amplificatore
è
necessaria una cassa chiusa, progettata per un amplificatore con
impedenza di uscita dell'ordine dei 5 – 7 ohm.
Ogni bassista sa che con gli amplificatori a valvole le casse chiuse
funzionano meglio: la ragione è che gli amplificatori a
valvole
hanno sempre impedenze di uscita piuttosto elevate e la cassa chiusa
è poco sensibile all'impedenza di uscita dell'amplificatore,
mentre l'accordo di un bass reflex lo è moltissimo.
Oggi, ma anche ieri, i progettisti di casse progettano le casse reflex
per un pilotaggio in tensione, cioè per amplificatori con
impedenza di uscita di un paio di decimi di ohm: quindi amplificatori a
stato solido con fattori di controreazione stratosferici.
Ed è oggettivamente difficile trovare nei cataloghi casse
che
non siano reflex: nel settore cosiddetto “HiFi”
è
più facile trovare cinque casse con accordi
cervellotici
che una semplice cassa chiusa; sarà la moda, sarà
il
fatto che un reflex permette di abbassare di una ottava (più
o
meno) il limite inferiore della risposta solo al costo di un po' di
legno in più, e nel marketing conta la quantità
non la
qualità.
Ora, io sono convinto che un buon reflex, progettato bene,
può
avere un basso ben definito, nitido, che permetta di distinguere tutte
le note suonate sulla quarta corda del contrabbasso, ma deve essere un
reflex con una risposta che assomigli a quella della cassa chiusa, un
QB3, per intenderci, che rinunci a priori all'estensione della gamma
bassa a favore del corretto smorzamento.
In un QB3 la frequenza a -3dB è piuttosto alta, ma la
risposta
al diminuire della frequenza cala molto dolcemente, quasi quanto quella
di una cassa chiusa, tant'è che a frequenze molto basse
è
migliore di quella di un accordo che sulla carta ha una F3 nettamente
più bassa, a parità di trasduttore.
Però la maggior parte delle casse reflex che si sentono in
giro,
o almeno quelle che si sentono nei reparti dei centri commerciali che
si fregiano del titolo “Angolo dell'HiFi”
(è ormai
un po' di tempo che mi rifiuto di usare il termine Hi Fi, tanto
è sp.....to dall'uso che se ne fa; è solo per
ragioni
storiche che non insisto che questa rivista cambi nome) sono progettate
con criteri ben diversi ed io le trovo francamente inascoltabili.
Il termine “basso continuo”, che in musica ha un
significato ben preciso ma totalmente diverso, rende bene l'dea del
fraintendimento e della confusione che regnano nelle teste degli
acquirenti (non in quelle dei maghi del marketing, che giustamente
propongono ciò che si vende di più ed ha costi di
produzione inferiori).
È chiaro che chi vende altoparlanti non potrebbe avere in
catalogo altoparlanti per tutte le topologie di amplificatori di
potenza, almeno nell'HiFi non succede.
Mentre nel settore dell'amplificazione musicale, specificamente per
basso elettrico, Ampeg mantiene a catalogo la serie Classic
per
la serie SVT (Super Valve Technology) e Mesa
Engineering ha
le due serie: Powerhouse per amplificatori a stato solido e Vintage
Powerhouse per i classici valvolari Rectifier e 400+.
D'altra parte il minimo che ci si possa aspettare da un musicista
è che abbia un orecchio migliore di un
“audiofilo”
(e anche su questo termine stendo un velo pietoso).
Quindi un lungo giro di
parole (repetita iuvant) per spiegare il perché della scelta
di una cassa chiusa.
L'altoparlante
La potenza
massima del B100
non è molto elevata, direi anzi bassa per un amplificatore
per
basso, ma è più che sufficiente in certi
contesti, quindi
non è necessario un altoparlante dalla tenuta in potenza
enorme,
ma essendo un altoparlante per basso l'escursione massima deve essere
almeno discreta.
La scelta
è caduta
sul Ciare PW328, un altoparlante che a mio parere ha un suono
eccellente, ed ha le caratteristiche “giuste” per
questo
progetto: Qts basso ma non troppo, escursione di 3 mm, potenza nominale
150W, costo più che abbordabile cosa che non guasta mai).
Il PW320,
giusto per fare un
esempio, con soli 1,25 mm di escursione non è adatto a
quest'uso, mentre va benissimo per altri scopi (ha la Fs più
bassa), mentre il PW330, un altoparlante eccellente sotto tutti i punti
di vista, sarebbe decisamente sprecato, con i suoi 500W nominali.
Un
15” sarebbe, a mio
parere ovviamente, ed è solo questione di gusti, troppo
“chiuso” sulle alte frequenze, è
difficile trovare
un 15” che risponda oltre i 2 kHz, e con una frequenza
massima
utile così bassa un tweeter non sarebbe sufficiente,
bisognerebbe aggiungere un 6” o un 8” oltre al
tweeter, con
conseguente crossover a tre vie e costruzione molto più
complessa in quanto il 6” (o l'8”) deve avere un
box
dedicato.
Ed a mio parere
il suono non
ne guadagnerebbe; almeno per la musica che piace a me il 12”
è la scelta migliore per coniugare risposta in basso ed
estensione (la massa mobile del PW328 è di 48 g, mentre
qualsiasi 15” adeguato al basso ha una massa mobile di almeno
80
g).
Come dicevo,
è solo
questione di gusti, c'è chi è felice con una
2x15”
senza tweeter e chi non può suonare con un 15”
senza una
una 2x10 o una 4x10 aggiuntiva.
La costruzione
del PW328,
come di regola per i Ciare Professional, è impeccabile, un
ottimo cestello in pressofusione, cono in carta e sospensione in tela
corrugata.

Il Ciare
PW328

La scheda
tecnica del PW328
Ho aggiunto un tweeter, il
PT262, un componente a tromba di buone caratteristiche e potenza
adeguata ai 75 W dell'amplificatore, filtrato a 4000 Hz, con filtro del
terzo ordine (indispensabile, 4000 Hz è una frequenza
piuttosto
bassa per questo componente) e attenuatore a 6 posizioni.

La scheda tecnica
del PT262
Il
“crossover”
prevede solo il filtro passa alto per il tweeter, le resistenze
dell'attenuatore sono a filo da 5W, non è necessario il
passa
basso per il woofer, che a 4000 Hz si taglia da solo.
La
sensibilità del
Tweeter è di 105 dB, contro i 97 del woofer, quindi anche in
posizione di massimo livello il tweeter è comunque
attenuato, ed
il livello massimo previsto è circa 2 dB sopra il woofer.

Lo schema elettrico del
Crossover

La
realizzazione del crossover
Il
Progetto
Il
progetto come al
solito è calcolato con BASS-PC, che impostando una
Resistenza
Aggiunta di 5 ohm e un Qtc richiesto di 0,7 dà i risultati
seguenti (l'obiettivo del Qtc = 0,7 la dice lunga sul tipo di suono che
mi piace):

Il
Progetto con
BASS-PC

Curve di
risposta simulate da BASS-PC

Impedenza
e Fase simulate da BASS-PC
I grafici della
risposta calcolata e dell'impedenza e fase corrispondono alla
colonna “ASSORB.” del Progetto, quindi
corrispondono
ad un box di 43 litri completamente riempito di assorbente appena
pressato.
Per avere una
cassa di
dimensioni umane mi sono orientato su un volume di circa 65 litri, da
riempire non completamente con assorbente: in questo modo dovrebbe
avere una frequenza di risonanza attorno ai 65 Hz.
Trattandosi di
una cassa
chiusa con Qtc pari a 0,7 la risposta sotto i 65 Hz scende di circa 12
dB per ottava, che è più che adeguata per avere
bassi a
volontà con un basso a 4 corde.
Come al solito
il livello
Spl calcolato è viziato da fatto che BASS-PC considera la
“Resistenza Aggiunta” come esterna
all'amplificatore,
quindi i 2,83 V sono “prima” della resistenza,
anziché “dopo”, come è in
realtà
quando la resistenza è l'impedenza interna
dell'amplificatore,
ma tutti gli altri parametri sono corretti.
La
costruzione
La
costruzione è
in truciolare a bassa densità da 18 mm di spessore; il
truciolare a bassa densità è il legno a mio
parere
più sordo, in quanto costituito da trucioli di dimensioni
diverse incollati.
Le dimensioni
esterne
sono 60 x 44 x 35 cm, il pannello anteriore rientra di 2 cm
per
permettere l'inserimento di una griglia di protezione.
Un paio di
listelli di legno
2x2 cm per irrobustire le pareti più grandi sono
più che
sufficienti: data la potenza in gioco non ha senso appesantire la cassa
usando legno da 22 mm ed un maggior numero di listelli.
Colla vinilica
in grande
quantità, sergenti robusti per 24 ore, ed in due giorni
è
fatta (in realtà sono al massimo un paio d'ore di lavoro,
avendo
i pannelli di truciolare già tagliati a misura, i due giorni
servono ad asciugare la colla, dato che la cassa non si può
montare in un colpo solo).
Anche il
pannello anteriore
è in truciolare, quindi è indispensabile usare le
boccole
in ottone annegate (con un filo di colla) nel legno per fissare gli
altoparlanti.

Una
delle boccole
filettate in ottone per il fissaggio degli altoparlanti: le boccole del
woofer sono da 5 mm (per viti M5), le boccole del tweeter sono da 4 mm
(per viti M4)
Il
rivestimento esterno
è in Tolex “Emerald Green”, con angolari
in acciaio,
ruote pivottanti con freno e maniglie laterali a molla.

Come
assorbente acustico ho usato lana acrilica, quella che si trova
comunemente come imbottitura per i cuscini: in effetti ho acquistato
due cuscini in un supermercato ed ho utilizzato l'imbottitura,
spendendo una frazione ridicola di quanto avrei speso acquistando
l'assorbente acustico nei negozi specializzati.
La
quantità giusta di assorbente è
stata determinata con un paio di tentativi, partendo dalla cassa
riempita per 2/3: alla fine un po' meno di due cuscini (interessante
l'unità di misura “rigorosamente”
definita) mi hanno dato il suono che
cercavo.
Il connettore
è il classico Speak-on, l'unico connettore per altoparlanti
che considero adeguato.
Ovviamente per
sistemi in
cui il collegamento non sia fisso, altrimenti nulla di meglio di due
robuste boccole a vite, ma una cassa per strumenti deve essere
collegata e scollegata in continuazione, e non si deve nemmeno correre
il rischio di un distacco accidentale: lo Speak-on, oltre ad avere una
superficie di contatto dimensionata per decine di ampere, ha anche un
meccanismo di inserimento a rotazione più leva di blocco che
è il massimo della sicurezza.
Risultato
finale
Trattandosi
di una cassa
per strumenti non ha nessun senso fare misure acustiche: la risposta di
una cassa per basso non ha nessun bisogno di essere lineare, e poi
lineare dove? Basta posizionarla più o meno vicino ad una
parete, sul pavimento piuttosto che su una pedana ed il suono cambia
sostanziosamente.
Ci sono alcune
casse –
di cui non faccio il nome – che a mio parere suonano in modo
appena decente solo se messe a mezzo metro almeno dalla parete di fondo
e sollevate di circa 30 – 40 cm.
A mio parere le
misure
acustiche hanno poco senso anche nel caso di casse per uso audio
(cioè HiFi), tanto uno mica può costruire la casa
in
funzione delle casse, ma questo è un altro discorso (e poi,
magari, chi può costruire la casa in funzione delle casse
c'è davvero), e comunque alla fine è l'orecchio
che deve
avere l'ultima parola (perdonate il calembour).
L'unica misura
che è
significativa, in quanto dice molto più di quel che sembra,
è la misura della curva di impedenza, che ho eseguito con
SpeakerWorkshop, e che dice che il dimensionamento è come da
progetto, che il crossover funziona correttamente e la cassa
costituisce un carico facile per qualsiasi amplificatore.

Conclusione
Come suona?
Come una cassa
chiusa con Qtc = 0,7, un suono non aggressivo ma molto definito, ben
modulabile sull'estremo alto grazie all'attenuatore del tweeter.
Un suono non
adatto al Metal ma sicuramente buono per jazz e blues.
Anche con
master al massimo
il suono rimane definito, la tenuta in potenza è adeguata
all'amplificatore; dato che anche al massimo siamo ben lontani dal
limite del woofer credo che si possa collegarla ad un amplificatore (a
valvole) fino a 150 W.
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