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Preamplificatore
Phono
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A quanto pare il
vinile è duro a morire, anzi dal numero di giradischi
analogici e testine di tutti i tipi che compaiono nei listini, ed a
prezzi non proprio di liquidazione, pare non sia mai stato tanto bene.
Questo
circuito è progettato per testine MC ad alta uscita,
e quindi per fornire un guadagno di circa 42 dB con un segnale di
ingresso attorno ai 3 mV per 5 cm/sec; risulta quindi perfettamente
adeguato anche a testine MM.
Per
testine MC a bassa uscita il segnale di ingresso è di 20
dB inferiore e ciò pone esigenze molto più
restrittive per quanto riguarda il rumore, per cui la soluzione
migliore è probabilmente uno stadio ibrido con input a FET.
Volevo un
circuito intrinsecamente semplice, ma dotato di buone
caratteristiche soprattutto sonore e ovviamente esigenze contrastanti
obbligano a qualche compromesso.
E' ovvio
che qualsiasi scelta è frutto di un compromesso, e
quale compromesso sia accettabile è ovviamente una scelta
personale, che dipende anche dal resto del sistema in cui il pre
sarà inserito.
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Circuito
e scelte di progetto
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La scelta di una RIAA
passiva deriva dalla decisione di evitare qualsiasi forma di
controreazione e non richiede ulteriori commenti.
Dopo una serie di valutazioni e simulazioni ho alla fine optato per una
rete di equalizzazione one-step, in quanto permette di tenere al minimo
il numero di stadi di amplificazione, anche se l'accettazione risulta
un po' più bassa.
D'altra parte la MC ad alta uscita ha una uscita non elevata ed in ogni
caso la velocità massima di incisione è attorno
ai 15 cm/sec, per cui ho ritenuto che il risultato fosse comunque
accettabile.
Volendo comunque ottenere il guadagno richiesto, unito a basso rumore,
bassa distorsione e capacità di pilotare carichi non facili
(per un pre phono, ovviamente, non in assoluto), è
necessario scegliere valvole con caratteristiche particolari, che siano
intrinsecamente molto lineari ed abbiano una trasconduttanza molto
elevata ed una rp bassa.
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La scelta
è caduta sulla 6C45P, che può essere considerata
una versione moderna della 437WA, che presenta una trasconduttanza
maggiore di 45 mA/V, una rp attorno ai 1500 ohm (in dipendenza dal
punto di lavoro), ed un mu pari a circa 50, usata in entrambi gli
stadi.
Nello stadio di ingresso la trasconduttanza elevata aiuta nel
trattamento di segnali deboli, soprattutto unita ad una corrente di
riposo sufficientemente elevata, e la bassa rp consente di usare una
rete RIAA con resistenze di basso valore, che aiutano a ridurre il
rumore.
Nello stadio di uscita la bassa rp unita alla corrente di riposo
elevata consente di avere una bassa impedenza di uscita e di pilotare
quindi anche un carico di 10 kohm senza perdere troppo guadagno e senza
perdere in capacità dinamica.
La scelta della polarizzazione fissa, che implica uno stadio di
alimentazione ulteriore, è ampiamente giustificata dal fatto
che permette di evitare l'uso di una resistenza di catodo, che riduce
la trasconduttanza effettiva se non disaccoppiata, e permette di
evitare altresì l'uso di un elettrolitico nel percorso del
segnale se disaccoppiata.
Rimane sempre un elettrolitico, che è quello
sull'alimentazione: eliminare anche questo richiederebbe un
alimentatore stabilizzato di tipo shunt; una complicazione non da poco,
ci penserò in un prossimo progetto.
Ho anche scelto per entrambi gli stadi il carico resistivo non solo per
ricerca della semplicità circuitale, ma anche
perché il totem pole non gradisce carichi reattivi (e la
rete RIAA lo è) e funziona al meglio su un carico di valore
fisso (anzi, dovrebbe essere progettato in funzione del carico) mentre
il mio pre deve pilotare almeno due carichi diversi: non avendo questa
esigenza il secondo stadio in configurazione SRPP potrebbe guadagnare
in linearità (perdendo in flessibilità in quanto
risulterebbe ottimizzato su un ben preciso valore del carico).
La rete RIAA merita due ulteriori precisazioni.
Se il carico fosse predefinito, come succederebbe in un pre phono +
linea integrato in cui il carico del pre phono fosse solo il
potenziometro di volume, si potrebbe usare una rete in due stadi, con i
nodi a 3180 µs e 318 µs fra il primo stadio ed il
secondo, e il nodo a 75 µs dopo il secondo stadio e
direttamente a monte del potenziometro di volume, calcolando i
componenti in funzione del valore del potenziometro per ottenere la
costante di tempo richiesta.
In questo modo il circuito manterrebbe la massima semplicità
(carico resistivo anche sul secondo stadio) evitando il totem pole e
conservando i vantaggi della rete RIAA suddivisa (essenzialmente
maggiore accettazione).
Seconda precisazione: le costanti di tempo della rete RIAA
ufficialmente sono tre, ma in realtà sono (almeno) quattro,
ed il motivo è il seguente: in fase di registrazione la
risposta sopra i 2120 Hz cresce di 6 dB/ottava, ma è
evidente che non può crescere indefinitamente (ricordate che
una rete con uno zero necessariamente ha almeno un polo) e quindi,
anche per evitare sovraccarichi ai dispositivi di incisione,
praticamente tutte le case discografiche applicano da sempre un polo
attorno ai 3,18 µs (circa 50 kHz).
In fase di riproduzione la presenza di uno zero a 3,18 µs
(circa) raddrizza la risposta e restituisce quelle frequenze elevate
presenti sul nastro master, che in teoria non dovrebbero essere
udibili, ma in realtà restituiscono aria e naturalezza al
suono.
Provare per credere; questa è la funzione della resistenza
da 560 ohm in serie al condensatore da 4700 pF.
Le specifiche RIAA sono state aggiornate in questo senso alla fine
degli anni 90 del secolo scorso (mi fa tuttora uno strano effetto dire
"secolo scorso" parlando di 7 - 8 anni fa!).
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La realizzazione pratica
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I collegamenti di
massa sono a stella, il punto centrale della stella è
collegato alla massa dell'alimentatore ed al telaio con cavi di grossa
sezione.
Nella foto si vede chiaramente il punto stella costituito dal
connettore a pettine, i cui 4 piedini sono saldati fra loro (la
saldatura è nascosta dal cavo schermato che collega le
uscite).
La filatura è punto a punto, con i componenti fissati a
basette o fra le basette e i contatti degli zoccoli: non ci sono
saldature volanti e tutti i collegamenti sono stabili meccanicamente.
La polarizzazione delle griglie è ottenuta con resistenze da
100 kohm: le specifiche tecniche della 6C45P specificano un valore
massimo di 150 kohm per tale resistenza; nel secondo stadio la
polarizzazione è applicata a monte della rete RIAA,
così da semplificare il calcolo dei valori della rete.
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Il punto comune alle
polarizzazioni di griglia è collegato alla massa stellare in
prossimità dello stadio di ingresso con un condensatore da 1
µF (oltre al condensatore da 10 µF sulla scheda
dell'alimentatore).
La resistenza da 100 kohm in parallelo all'ingresso dà, in
parallelo con la resistenza da 100 kohm della polarizzazione di
griglia, una impedenza risultante di 50 kohm: in realtà
questa resistenza (quella in parallelo all'ingresso) deve essere
adattata alla testina che avete.
Lo standard dice 47 kohm, ma la V15III che usavo tempo fa preferiva 60
kohm, mentre la MC ad alta uscita che uso attualmente gradisce circa 40
kohm (ovviamente, è questione di gusti, ognuno se la regola
come vuole).
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Nello schema e nella foto vedete due resistenze grid stopper per ogni
valvola: la 6C45P ha la tendenza ad oscillare a frequenza elevata
(dell'ordine dei MHz) e la griglia è internamente collegata
a due piedini; entrambi i piedini debbono essere
collegati con resistenze, saldate a ridosso del piedino dello zoccolo,
per smorzare sul nascere le autooscillazioni.
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Le resistenze di
carico da 23,5 kohm sono costituite da due resistenze da 47 kohm in
parallelo, collegate in modo da annullarne gli effetti induttivi.
Tutte le resistenze sono a strato di carbone, 2 W: suonano meglio.
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L'alimentatore
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La scheda con gli
alimentatori per la polarizzazione e per i filamenti è
montata nella parte superiore, mentre il circuito di amplificazione
è montato nella parte inferiore.
I filamenti sono alimentati in continua, non stabilizzata e sollevata
rispetto al catodo di circa 10 V; il risultato è a mio
parere soddisfacente.
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L'alimentatore alta
tensione usa una 5Y3, valvola dalle ottime caratteristiche per circuiti
a bassa corrente.
L'alimentazione deve essere di ottima qualità in quanto lo
stadio a catodo comune con carico resistivo ha un PSRR non elevato ed
è quindi sensibile al ripple.
Non ritengo opportuno l'uso di alimentazione stabilizzata in serie, in
quanto questo tipo di stabilizzazione a mio parere influisce sul suono,
a causa dell'alto tasso di reazione negativa necessario per renderlo
efficace.
Ho quindi optato per un classico ma efficace filtro LC ad ingresso
induttivo ed a due stadi; nella foto si vede che le due induttanze sono
diverse: la prima è una Sowter specifica per filtri ad
ingresso induttivo, che richiedono un isolamento molto elevato.
Con la corrente totale assorbita, 27 mA, l'induttanza critica risulta
pari a circa 4 H, per cui il valore di 10 H è di tutta
sicurezza.
Nella foto si vede il filtro sulla rete di alimentazione, non riportato
nel circuito.
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Taratura
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Il circuito non
necessita di tarature (a parte la resistenza che determina l'impedenza
di ingresso), ma richiede almeno 3 ore per stabilizzare la corrente di
riposo (all'inizio oscilla di circa 3 mA attorno al valore finale) e
molte di più per rodare bene le valvole, dopo di che perde
totalmente una lieve asprezza iniziale e acquista ariosità e
limpidezza, unite ad una ottima velocità ed "energia".
Non ha preferenze di genere musicale, va bene con l'"Overture 1812" (se
la testina regge), con tutte le parti di "Così
parlò Zaratustra", con gli Who e con Bruce springsteen.
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