10" reflex per
Basso
una
cassa 1x10" compatta e
(quasi) leggera

Perché
una 1x10? Perchè un altoparlante da 10" ha un cono con massa
ridotta quindi risponde velocemente ma ha comunque una buona estensione
verso il basso.
Quindi
ha un suono grintoso, è piccola e quindi facile da
trasportare
(non che sia leggerissima, l'altoparlante da solo pesa poco meno di 5
chilogrammi), e per finire è un ottimo punto di partenza per
sviluppare una 2x10, una 4x10, al limite una 8x10.
E l'altoparlante scelto, il Ciare PW252 con impedenza 8 ohm, ha un
equivalente a 4 ohm, il CW255, per cui è possibile
sviluppare
qualsiasi configurazione in qualsivoglia delle impedenze
“standard”: 4 ohm e 8 ohm e
volendo strafare,
nella configurazione almeno 2x10, anche 2 ohm o 16 ohm (non so a chi
serva una cassa a 2 ohm, nessun amplificatore suona veramente bene con
impedenze così basse, anche quelli che di targa accettano il
carico a 2 ohm).
Il
Ciare PW252 è un altoparlante da 10” progettato
per uso
intensivo e realizzato, come nella tradizione Ciare Professional, in
modo impeccabile, con un eccellente cestello in pressofusione, cono in
cellulosa e sospensione in tela corrugata, piuttosto rigida.

l'altoparlante:
si notano il
cestello ed il magnete di dimensioni generose

il
particolare del centratore
e della treccia che alimenta la bobina mobile, di grosso diametro ed
alta flessibilità
L'escursione
massima (lineare, Xmax) è di ben 4,5 mm, e ciò la
dice
lunga sull'uso per il quale è progettato.
Anche l'areazione della bobina mobile, nella figura sottostante le
aperture di ventilazione dietro il centratore, indica che
l'altoparlante è nato per gestire potenze importanti tenendo
sotto controllo la temperatura della bobina mobile.

le
aperture di ventilazione della bobina mobile
Il Qts basso ed il Vas
ridotto, che è sinonimo di
sospensione
rigida, indicano che questo altoparlante è adatto ad una
cassa
accordata.
Primo Progetto
Trattandosi di un
esperimento, la prima prova è stata con un
accordo B4, che non userei mai in HiFi, ma che per l'uso in una cassa
per basso prometteva di essere l'ideale.
È infatti un accordo massimamente piatto, che quindi
garantisce la massima estensione senza ripple.
La simulazione al solito BASS-PC mi restituiva un box da circa 18
litri, da accordare a circa 80 Hz (non sono mai molto pignolo sui
decimali).
Detto
fatto, tagliato il solito truciolare a bassa densità, questa
volta da 15 mm date le dimensioni ridotte dei pannelli, e assemblata la
cassa, uno strato di poliuretano a pori aperti (il solito bugnato
grigio) sul fondo, sul pannello superiore e su un laterale, le boccole
in ottone (proprio perché si trattava di un esperimento
prevedevo di dover smontare e montare l'altoparlante varie volte), la
solita guarnizione in gommapiuma (quella per evitare gli spifferi alle
finestre), la cassa è pronta.
L'ascolto, prima con il Tutor poi con il mio amplificatore da
laboratorio (un LM3886, 25 W su 8 ohm): un suono orribile,
rimbombante e pieno di code, inascoltabile.
Continuo un po', per vedere se il rodaggio dell'altoparlante migliora
la situazione, niente da fare.
Provo anche ad imbottirla di poliuretano, cosa che in una cassa reflex
non dovrebbe mai fare in quanto se si smorza la risonanza in una cassa
il cui funzionamento è basato sulla risonanza il risultato
non
può che essere una ciofeca: non è più
una cassa
accordata e non è una cassa chiusa.
So che in passato
è stata proposta più di una
cassa
pseudo-reflex, con condotti “di accordo” riempiti
di
materiale smorzante, ma in un reflex l'emissione del condotto di
accordo è responsabile dell'estensione verso il basso della
risposta.
Alla frequenza di accordo l'aria contenuta nel condotto vibra in fase
con il cono, il quale per altro proprio alla frequenza di accordo ha il
minimo di escursione; quindi la vibrazione dell'aria del
condotto
rinforza l'emissione del cono che a quella frequenza tende ad
annullarsi.
Smorzare il condotto annulla
questo effetto, senza per altro dare altri
vantaggi, in quanto la cassa comunque non è una cassa
chiusa, e
a partire dalla frequenza di accordo, verso il basso, non
c'è
più alcun freno all'escursione del cono (l'escursione senza
controllo sotto la frequenza di accordo è il punto debole
del
bass reflex).
Chi ha avvicinato una mano al condotto di un reflex alimentato da un
segnale a bassa frequenza ha avvertito un flusso d'aria molto forte e
quindi capisce cosa sto dicendo.
Alla fine mi avvicino al risultato riducendo artificialmente il volume
interno della cassa, mediante alcuni piccoli pannelli di legno
incollati sugli angoli interni della cassa, dopo aver rimosso il
poliuretano: con il volume ridotto il suono diventa più
decente.
Progetto Finale
A questo punto ricalcolo per
un accordo QB3, ne esce un volume interno
di 13 litri, da accordare a 91 Hz: la frequenza sembra alta, ma se
l'accordo è corretto e la cassa non è
sovrasmorzata i
bassi si sentono, senza problemi fino al MI.

il
progetto con
BASS-PC
Ovviamente butto in discarica la cassa sbagliata e ne realizzo un'altra
delle dimensioni giuste: compatta, più leggera (in
realtà
circa un chilo in meno in quanto c'è meno legno).
Il risultato è una cassa delle dimensioni esterne di 36 x 32
x 20 cm, in truciolare da 15 mm.
Le simulazioni con BASS-PC

le curve
di risposta calcolate

impedenza
e fase
Il calcolo è fatto per una potenza installata di 300 W, e la
curva MIL indica che i 300W ci stanno fino a 70 Hz.
Attenzione, non si può alimentare il PW252 con 300 W
continui,
in quanto la potenza nominale è di 150 W, quindi si
giungerebbe
a fondere la bobina mobile, il grafico indica semplicemente che la
tenuta in potenza anche alle basse frequenze è eccellente
(1).
Il suono emesso dalla corda di un basso elettrico non è
concentrato sulla fondamentale, ma è composto da molte
armoniche
la cui ampiezza può essere pari a quella della fondamentale.
Alle frequenze più basse la potenza contenuta nella
fondamentale
in genere non supera il 20% della potenza totale, ad esempio se suonate
il MI basso la fondamentale a 41 Hz contiene l'11% della potenza,
mentre il 52% della potenza è concentrato nei
primi tre
armonici, cioè le frequenze fra 82 e 165 Hz (chi vuole
approfondire può rileggersi il mio articolo
“Analisi
spettrale del Basso elettrico”).
La Cassa

Qui sopra la cassa (quasi) finita: il condotto di accordo è
a
sezione rettangolare, di superficie equivalente al tubo del diametro di
86 mm proposto da BASS-PC; dato che è a ridosso di una
parete la
lunghezza del condotto è di 75 mm anziché i 91 mm
suggeriti da BASS-PC.
BASS-PC calcola la lunghezza per un tubo lontano dalle pareti, porre il
condotto o anche un tubo a ridosso di una parete ne aumenta la
lunghezza virtuale, di qui la riduzione della lunghezza fisica del
condotto rispetto al calcolo.
Purtroppo non esiste un criterio definito per decidere quanto ridurre
la lunghezza del condotto se addossato ad una parete, ci vuole un po'
di naso, un po' di quello che un mio conterraneo ha definito il
“soramanego” (sopra il manico dell'attrezzo ci deve
essere
l'esperienza di chi lo usa) ed anche un po' di fortuna.
Poi la misura della curva di impedenza ci dirà se
“ci
abbiamo preso”, ma modificare la lunghezza del condotto di
una
cassa montata, quando il condotto fa parte della struttura e non
è un tubo aggiunto, non è uno scherzo.
Per ridurre eventuali turbolenze ho smussato il bordo interno del
condotto, per evitare spigoli vivi; ho incrociato le dita sperando che
i 75 mm fossero giusti (d'altra parte avevo già buttato in
discarica un box, avrei potuto, al peggio, buttarne un altro,
è
il rischio della sperimentazione).
Uno strato di poliuretano sul fondo, sul pannello posteriore e sui
laterali, lasciando ben libera la zona del condotto di accordo, solita
guarnizione antispifferi, solito Speak-on, che qui viste le potenze
utilizzabili è proprio d'obbligo.
La verifica sperimentale

Qui sopra impedenza e fase
misurate con Speaker Workshop: la curva di
impedenza corrisponde quasi esattamente con quella di progetto e
l'accordo, individuato dal passaggio della fase per lo zero,
è a
una frazione più di 89 Hz, un risultato più che
accettabile.
La misura strumentale della risposta acustica è un esercizio
che
lascio ai volonterosi, in una cassa per basso è solo una
perdita
di tempo, bisogna usare l'orecchio; la risposta acustica misurata della
cassa B4 sicuramente sarebbe stata corrispondente alla teoria, ma
l'orecchio mi dice che non va (intendiamoci, è solo una
questione di gusti personali, ci sono sul mercato molte casse con
accordo B4, a me in genere non piacciono ma se stanno sul mercato
significa che a più di qualcuno vanno bene così).
In sostanza sarebbe solo uno sterile esercizio accademico per mostrare
che la risposta del cono e la risposta del condotto si sommano.
Come suona: definita, non come una cassa chiusa ma senza rimbombi,
grintosa, una discreta cassa da rock.
Come prevedibile, vuole amplificatori di potenza adeguata:
l'amplificatore da laboratorio da 25 W clippa appena si
“spinge” un po', un amplificatore da 100 W
è proprio
il minimo.
Note
(1) i grafici di BASS-PC, come tutti i grafici forniti dagli strumenti
di misura o dagli strumenti di simulazione, devono essere interpretati
conoscendo il funzionamento dello strumento ed le basi fisiche
del fenomeno misurato o simulato.
testo
|
|
 |
|